Colori con carattere: Alla scoperta della personalità di ogni tinta
Ho sempre pensato ai colori in termini piuttosto semplici. Da piccola, si trattava di scegliere la camicia giusta per la scuola, di notare il colore dei capelli della mia prima cotta o di immaginare l'elegante auto rossa che un giorno avrei posseduto. Con l'avanzare dell'età, le scelte cromatiche sono diventate più legate al coordinamento degli abiti per il lavoro o alla scelta della cravatta perfetta per una riunione. Ma quando la nostra startup si è riunita con uno studio di design per discutere della creazione dell'identità del nostro marchio e del nostro primo prodotto, ho capito subito che il colore stava per assumere un'importanza del tutto nuova.
Il nostro viaggio nel mondo della psicologia del colore è iniziato in una piccola sala conferenze minimalista con vista su un caotico pomeriggio di Zurigo. Il team di progettazione aveva disposto sul tavolo campioni di ogni tonalità immaginabile e non potevo fare a meno di sentirmi come un bambino in un negozio di caramelle. Solo che questa volta le caramelle erano i colori e la posta in gioco era molto più alta della scelta della M&M giusta.
Quando abbiamo iniziato a discutere dell'identità del nostro marchio, lo studio di design ci ha spiegato la psicologia del colore. Non si trattava più di abbinare una cravatta a una camicia, ma di influenzare il comportamento e le emozioni umane attraverso l'uso strategico del colore. Ho imparato che il blu è spesso sinonimo di fiducia e professionalità, ed è per questo che molte aziende tecnologiche lo utilizzano. D'altra parte, il rosso può evocare eccitazione e urgenza, rendendolo perfetto per un invito all'azione. Il modo in cui questi colori possono guidare le emozioni e le azioni di un consumatore è qualcosa che non avevo mai apprezzato appieno. Improvvisamente, la scelta di un colore mi è sembrata una responsabilità, non solo una scelta.
Nel corso della conversazione abbiamo approfondito l'importanza di stabilire l'identità del nostro marchio attraverso il colore. Il team di progettazione ha citato esempi iconici come Coca-Cola e Tiffany & Co. il cui uso del colore è diventato sinonimo dei loro marchi. Il rosso sta alla Coca-Cola come quella specifica tonalità di blu sta a Tiffany: è immediatamente riconoscibile e profondamente legato ai valori del marchio. Ci siamo resi conto che la scelta del colore avrebbe fatto molto di più che dare un bell'aspetto al nostro prodotto: avrebbe comunicato chi siamo e cosa rappresentiamo.
Ne è scaturita un'affascinante discussione sul nostro messaggio principale e sul nostro pubblico di riferimento. Il team di progettazione ci ha sfidato a pensare al di là delle nostre preferenze personali e a considerare come i diversi colori avrebbero risuonato con i nostri clienti. Volevamo creare un marchio che fosse legato alla natura e all'autenticità, il che significava evitare qualsiasi cosa troppo artificiale o eccessivamente audace. Ci siamo invece orientati verso i toni della terra e le palette tenui, colori che ci sembravano genuini, tranquillizzanti e in sintonia con il mondo naturale che ci circonda.
Poi è arrivato il tema dell'esperienza dell'utente, o UX, come lo chiamavano i designer. È qui che le cose si fanno davvero interessanti. Avevo sempre pensato al colore in termini di estetica, ma è emerso che svolge un ruolo fondamentale nel modo in cui gli utenti interagiscono con un prodotto. Lo studio di design mi ha spiegato come i colori contrastanti potessero attirare l'attenzione su elementi importanti come i pulsanti di chiamata all'azione, guidando gli utenti senza sforzo attraverso il nostro sito web o l'app. Non si trattava solo di avere un bell'aspetto, ma di assicurarsi che i nostri utenti avessero un'esperienza piacevole e senza interruzioni.
Abbiamo anche imparato a conoscere le tendenze attuali nell'uso dei colori, come l'ascesa del minimalismo e la popolarità delle tinte tenui e pastello. Questi colori riflettono il desiderio di semplicità e chiarezza, qualità che volevamo che il nostro marchio incarnasse. Ma il team di progettazione ci ha anche ricordato che, poiché il nostro prodotto avrebbe vissuto nel mondo digitale, dovevamo considerare l'accessibilità. Questo significava scegliere colori che fossero inclusivi per tutti gli utenti, compresi quelli con problemi di vista. Ci ha ricordato che le nostre scelte avrebbero avuto un impatto su persone reali e che dovevamo fare le cose per bene.
Alla fine della riunione, ho ritrovato il rispetto per il ruolo del colore nel design moderno. Non si tratta solo di scegliere ciò che è bello o di tendenza; si tratta di capire l'impatto psicologico del colore, il modo in cui modella l'identità del marchio e il suo ruolo cruciale nel migliorare l'esperienza dell'utente. L'intero processo è stato come imparare una nuova lingua, dove ogni sfumatura, tinta e tono aveva un significato.
Mentre lasciavamo la riunione, non potevo fare a meno di ridere di quanto fossi lontano da quei giorni in cui sceglievo semplicemente una camicia per il lavoro o sognavo un'auto sportiva rossa. Ora facevo parte di qualcosa di molto più grande: usare il colore non solo per fare una dichiarazione, ma per raccontare una storia, evocare emozioni e creare connessioni.
Questa esperienza non ha solo cambiato il mio modo di pensare al colore, ma ha anche approfondito la mia passione per ciò che stiamo costruendo. La nostra startup non è solo un altro prodotto sul mercato; è un'esperienza accuratamente realizzata, che prende vita grazie all'uso ponderato del colore. E mentre andiamo avanti, sono entusiasta di vedere come queste scelte risuoneranno con il nostro pubblico, creando un marchio che sembra vibrante e vivo come i colori che lo definiscono.
Alla fine, il colore non è più solo qualcosa che indosso o che noto di sfuggita. È uno strumento potente che stiamo sfruttando per dare forma alla nostra identità e per avere un impatto sul mondo. E chi lo sa? Forse un giorno qualcuno guarderà i colori del nostro marchio e li considererà iconici come il blu di Tiffany o il rosso della Coca-Cola. Ma fino ad allora, sono entusiasta di far parte del viaggio, una tonalità alla volta.